Dissalatori |
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In Italia scontiamo due problemi non da poco: i cambiamenti climatici che portano estati sempre più calde e una rete idrica colabrodo, che perde per strada il 42% dell'acqua trasportata. Questo perché gran parte della rete è stata realizzata oltre 40 anni fa ed è obsoleta. Ogni anno si perdono 3.4 miliardi di metri cubi di acqua, cioè 156 litri al giorno per abitante. E se la rete idrica fosse integra ci sarebbe acqua per altri 43 milioni di italiani. Non a caso, il PNRR prevede un investimento di 4 miliardi di euro per la realizzazione di nuove infrastrutture idriche. L'obiettivo è di ridurre di almeno il 15% le perdite lungo la rete. Nel frattempo, occorre anche cercare nuove fonti di approvvigionamento, perché quelle a cui siamo abituati saranno sempre più esposte ai cambiamenti climatici. La soluzione a questo dilemma potrebbero essere la desalinizzazione dell'acqua di mare mediante impianti dissalatori. Attualmente, in Italia ci sono alcuni impianti nel Lazio, in Toscana e in Sicilia, ma contribuiscono allo 0.1% dei prelievi complessivi di acqua. I paesi che fanno più utilizzo di questa tecnologia sono l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi. Quello che frena la diffusione di questi impianti è il costo e l'impatto ambientale. I dissalatori si dividono in tre grandi famiglie: Impianti ad osmosi inversa, impianti di dissalazione termica e impianti a scambio ionico. I dissalatori ad osmosi inversa sono la tecnologia più diffusa, per via della semplicità e affidabilità. Dopo un pretrattamento per eliminare le impurità grossolane, l'acqua di mare è pompata ad una pressione compresa tra i 50 e gli 80 bar attraverso delle membrane semipermeabili. Si tratta di membrane di materiale sintetico che lasciano passare l'acqua, ma non i sali. Dopodiché avviene una parziale re-mineralizzazione dell'acqua, aggiungendo piccole quantità di sali che sono fondamentali al fine del consumo umano. Ci sono diversi fattori che limitano la diffusione di questi impianti. Concludendo. Una soluzione al costo potrebbe essere l'accoppiamento con impianti fotovoltaici o eolici che comporterebbe l'abbattimento dei costi dell'energia e quindi dell'acqua prodotta.
Si ringrazia il Dott. Luigi Rescigno per il supporto scientifico.
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Ultimo aggiornamento Martedì 11 Luglio 2023 10:11 |